Sono i rettili più conosciuti e contemporaneamente più
minacciati dall'uomo. Da epoche antichissime esse vengono catturate
in grandi quantità per essere inviate nei paesi settentrionali,
non solo per esservi allevate quali animali d'appartamento (dove frequentemente
muoiono in breve tempo) ma anche per essere destinati al settore culinario.
Il risultato di questa caccia sfrenata è la costante riduzione
del numero delle testuggini viventi nelle loro zone d'origine; nelle
località turisticamente più sfruttate questi animali
sono addirittura completamente scomparsi.
La testuggine comune è
diffusa nell'Europa meridionale, nella Penisola Balcanica e nella
Romania sud-orientale. Se ne riconoscono 3 sottospecie: T. hermanni
hermanni, T. hermanni boettgeri e T. hermanni peloponnesica. La
Puglia è stata in passato una roccaforte della tartaruga di
Hermann, almeno fino a quando i turisti italiani e stranieri hanno
acquistato ed esportato illegalmente numerosi esemplari.
I maschi adulti misurano tra i 12 ed i 16,5 centimetri e le femmine
tra i 13 ed i 19 centimetri (lunghezza riferita al carapace tra il
margine anteriore e quello posteriore in linea retta senza tenere
conto della curvatura). L'alimentazione di natura vegetale è
costituita da foglie, teneri germogli, erbe varie e frutti. Quando
capita, non disdegna né le carogne di animali, né gli
escrementi, né gli invertebrati dai movimenti lenti.
La testuggine comune frequenta
le località asciutte delle pianure e delle zone collinari mediterranee,
spesso in vicinanza del mare. La quiescenza invernale nelle regioni
settentrionali inizia a ottobre e termina a marzo, mentre nelle regioni
più meridionali inizia più tardi e termina prima. Le
uova vengono deposte nel periodo compreso fra aprile e giugno; sono
bianche, sferiche, misurano mediamente 40 millimetri di diametro,
pesano circa 10 grammi e possiedono un rivestimento duro. Le femmine
depongono le uova nel terreno e le seppelliscono; piccoli nascono
dopo 8-12 settimane e misurano 4 centimetri.
L'ambiente:
Le testuggini gradiscono molto vagabondare e se possibile tentano
di uscire completamente dal territorio in cui sono ospitate. Un giardino
può diventare un luogo ideale per ospitare una o più
testuggini se possiede pochi ma fondamentali requisiti. Innanzitutto
deve avere una superficie di almeno 10mq per esemplare; deve essere
circondato da un recinto (non trasparente) alto 40cm e interrato almeno
10cm (sono ottime scalatrici e scavatrici); eventuali stagni devono
essere coperti o recintati per evitare il rischio di annegamento;
deve essere provvisto di vegetazione tipica della macchia mediterranea
che costituisca cibo e riparo. I più volenterosi potrebbero
costruire una "casetta", bene arieggiata che assicuri un posto asciutto
e riparato (ma non è da escludere che venga disdegnata per
un bel cespuglio di margherite o di lavanda). Questa, inoltre, deve
essere di legno, con il pavimento rialzato per evitare che diventi
umido,e può essere riempita di foglie ben secche. Mai tentare
di legare o bucare il carapace ad una testuggine poiché si
provocherebbero lesioni gravissime.
L'alimentazione:
Le testuggini hanno un grande appetito. La loro dieta è ad
alto contenuto di fibre, vitamine e minerali, ma basso contenuto di
grassi e proteine, basata essenzialmente su foglie verdi. In libertà
prediligono i teneri germogli delle più svariate piante selvatiche,
fiori, lumache, frutta selvatica e occasionalmente feci o carogne.
In semilibertà si possono alimentare variando fra la grande
scelta di frutta e verdura disponibile ovunque, prediligendo le verdure.
L'ideale sarebbe coltivare nel loro territorio qualche bella pianta
di insalata, evitando accuratamente di usare diserbanti o veleni.
Al contrario di quello che comunemente si crede, questi animali bevono,
soprattutto dopo una pioggia oppure al risveglio dal letargo: una
scodella piana profonda circa 10cm potrebbe essere affondata nel terreno
per permettere ai nostri ospiti di bagnarsi e bere.
L'accoppiamento:
Le testuggini sono animali molto attivi. Escono abitualmente al mattino
e nel pomeriggio, nascondendosi nelle ore più calde del giorno
sotto qualche cespuglio, al fresco. I maschi vagabondano, oltre che
per cibarsi, anche per incontrare una compagna con cui accoppiarsi.
Nel corteggiamento il maschio diventa più aggressivo, morde
le zampe posteriori e batte sul carapace della femmina fino a che
non riesce ad accoppiarsi emettendo l'unico vocalizzo della sua vita.
E' buona norma, in questo periodo, controllare saltuariamente la femmina
per curare qualche eventuale lesione. Nel caso in cui convivano più
esemplari, si potrebbe rendere necessario separare i maschi dalle
femmine per evitare un corteggiamento troppo serrato. Le femmine sottoposte
continuamente da più maschi a questo trattamento, senza avere
possibilità di fuga, mangiano di meno, producono uova con frequenza
ridotta e sono più esposte alle infezioni. Le femmine raggiungono
la maturità sessuale più tardi rispetto ai maschi, che
sono fertili già dopo 4 anni di vita. Le femmine preferiscono
deporre le uova (T. hermanni hermanni circa 3 per covata, T.
hermanni boettgeri da 6 a 10, in ogni caso variabile a seconda
delle proprie dimensioni) su piccoli cumuli di terra calda e soffice,
scavando un buco con le zampe posteriori e sotterrandole ad una profondità
di circa 8cm. Il periodo di incubazione dura da 8 a 12 settimane;
i piccoli nati misurano circa 4cm, sono autonomi e assomigliano fin
dall'inizio agli adulti. La temperatura di incubazione delle uova
gioca un ruolo fondamentale per la determinazione del sesso dei piccoli,
come anche il grado di umidità ed altri fattori. In linea di
massima tra i 26 ed i 29,5°C i nati sono tutti maschi, tra i 30 ed
i 31,5°C sono di sesso misto, tra i 32 ed i 34°C nascono tutte femmine,
al di sotto dei 26°C gli embrioni muoiono nelle uova, al di sopra
dei 34°C compaiono individui deformi. In assenza di adeguata temperatura
o di un posto idoneo per deporre le uova, le femmine possono ritenerle:
in questa occasione è opportuna una visita medica.
Il
letargo:
Quando le giornate si accorciano, l'intensità della luce diminuisce
e la temperatura comincia a scendere, le testuggini si preparano per
andare in letargo. Se possibile, in questo periodo è necessario
controllare che non abbiano ferite, ascessi, che la bocca sia pulita
e rosea, e che gli occhi siano vigili e luminosi. Bisogna inoltre
pulirle da eventuali feci o sporcizia rimaste attaccate al piastrone
o alla coda. Una esemplare sotto peso o malato non va fatto andare
in letargo, ma deve essere curato e svernare in un terrario. Quest'ultimo
deve essere riscaldato a 18°-25° di giorno e 14°-16° di notte ed illuminato
con una lampada a spettro solare per 13-14 ore al giorno. Non devono
mancare acqua e cibo freschi. Solo nel caso in cui le testuggini vengono
allevate in paesi molto freddi allora può essere necessario
far trascorrere la quiescenza invernale in un box per il letargo affinché
possano svegliarsi a primavera senza aver subito danni. Infatti la
temperatura ottimale durante questo periodo deve essere mantenuta
fra i 5° ed i 10°. Una temperatura sotto i 2° sarebbe potenzialmente
dannosa, mentre inferiore a 0° danneggerebbe irreversibilmente il
sistema nervoso e le porterebbe alla morte. Una temperatura sopra
gli 11° interromperebbe il letargo, che comunque non deve superare
le 20 settimane. Durante questo periodo una testuggine adulta perde
al mese circa l'1% del peso iniziale; una perdita drastica del peso
indica che qualcosa non va, quindi l'animale dovrebbe essere immediatamente
visitato. In libertà, alle latitudini naturali, la testuggine
comune può anche rimanere in letargo appena 4 settimane. I
fattori che ne regolano la durata sono la latitudine, il clima, le
riserve di grasso, la dimensione, l'età e le condizioni di
salute.
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